Cinquant’anni fa i lavori di ampliamento della strada cantonale riportarono alla luce i resti della chiesa dedicata alla Santissima Trinità.
Nel 1589 il vescovo Feliciano Ninguarda visitò la Valposchiavo, allora parte della diocesi di Como, notando che nella chiesa di Brusio “in cui il prete cattolico dice messa, il predicante eretico [il pastore Antonio Andreossa, ndr.] tiene le sue congreghe”.
A Brusio, nella seconda metà del Cinquecento, la chiesa, dedicata alla Trinità, era dunque usata, in orari e forse in giorni diversi, sia dalla comunità cattolica che da quella riformata.
Nel 1616 le cose cambiarono: la comunità cattolica portò a termine la costruzione della propria nuova chiesa, dedicata a San Carlo Borromeo. Quattro anni più tardi fu perpetrato, a Brusio, il massacro di una trentina di protestanti. L’epoca della pacifica convivenza delle due comunità era tramontata.
Quando i protestanti ottennero nuovamente il permesso di celebrare il culto, nel 1634, furono anche autorizzati a costruire una propria chiesa. Di conseguenza l’antica chiesa del villaggio non fu più utilizzata.
Nella seconda metà del Settecento, il pastore riformato Andrea Cellario, di Brusio, menzionò la chiesa della S.ta Trinità dicendo che essa era nel frattempo “disfatta e divenuta stalla delle vacche”.
Un secolo più tardi, il pastore riformato Georg Leonhardi, scrisse, nel suo “Das Poschiavino-Thal” (pubblicato nel 1859), che “cattolici e protestanti celebrarono per molto tempo i loro culti nella medesima chiesa (Chiesa della Sta.Trinità, che sorgeva dove ora c’è il giardino della canonica)”.
Queste notizie lasciano supporre che quella chiesa sia stata definitivamente demolita tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.
Cinquant’anni fa, durante i lavori di ampliamento della strada cantonale, a Brusio, riemersero iresti della chiesa di Sta.Trinità. Allertato in ritardo, l’Ufficio archeologico cantonale ispezionò ciò che le ruspe avevano risparmiato chiedendo di non procedere oltre con la distruzione delle vestigia. Nell’estate del 1975 fu quindi condotta una breve campagna di scavi che permise di effettuare precisi rilievi e ipotizzare il perimetro dell’edificio.
Dopodiché ciò che rimaneva della chiesa di Sta.Trinità venne nuovamente seppellito, stavolta sotto l’asfalto della strada e dell’adiacente parcheggio.
Foto: Ufficio archeologico cantonale, Coira