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Unità dei cristiani: seguiamo tutti la stessa stella

(ve/gc) “In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”: tratto dall’evangelo di Matteo (2,2), il versetto che quest’anno fa da filo conduttore della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC), è riferito al racconto dei Re Magi, uomini di scienza, che non esitano a dare inizio al loro cammino seguendo una stella, perché sanno che la fine del loro viaggio riserva loro qualcosa di più eccelso di ciò che i loro occhi vedono in questo momento. Superando la logica matematica, decidono di affidarsi a quel segno, non contrapponendo la loro scienza alla loro fede.

Unità nella diversità riconciliata

Il tema scelto per le meditazioni ecumeniche di quest’anno arriva significativamente proprio da Oriente: infatti i materili per la SPUC, che si svolge dal 18 al 25 gennaio in tutto il mondo, sono stati preparati dal Consiglio delle chiese del Medio Oriente (MECC), con sede a Beirut, in Libano, ma con chiese membro in Siria, Egitto, Giordania, Palestina, Iraq, Iran e a Cipro.
“I Magi ci rivelano l’unità di tutti i popoli voluta da Dio. Viaggiano da paesi lontani e rappresentano culture diverse, eppure sono tutti spinti dal desiderio di vedere e di conoscere il Re appena nato; essi si radunano insieme nella grotta di Betlemme, per onorarlo e offrire i loro doni”, si legge nell’introduzione teologico-pastorale del sussidio che accompagna la SPUC, e che così prosegue: “I cristiani sono chiamati ad essere un segno nel mondo dell’unità che Egli desidera per il mondo. Sebbene appartenenti a culture, razze e lingue diverse, i cristiani condividono una comune ricerca di Cristo e un comune desiderio di adorarlo. La missione dei cristiani, dunque, è quella di essere un segno, come la stella, per guidare l’umanità assetata di Dio e condurla a Cristo, e per essere strumento di Dio per realizzare l’unità di tutte le genti”.

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