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Il cimitero storico di Poschiavo

Poschiavo, il cimitero

Responsabile

Il cimitero riformato di Poschiavo evoca un piccolo parco urbano piuttosto che il cimitero di un villaggio di montagna. Gli alti muri che lo circondano gli conferiscono un carattere intimo che rievoca i tradizionali orti del paese. Le lapidi sono di dimensioni ridotte, non ci sono mausolei di famiglia, anche se molte tombe conservano le spoglie di più persone, spesso coniugi, a volte più generazioni di una stessa dinastia.

L’aspetto odierno del cimitero risale ai primi decenni del 19. secolo, mentre la sua creazione risale al periodo delle guerre di religione del Seicento.

Nella prima metà del Cinquecento, una parte della popolazione di Poschiavo abbracciò la riforma protestante. A una fase di relativa pace confessionale, fece seguito, nei primi decenni del Seicento, il conflitto aperto tra cattolici e riformati che sfociò, a metà del Settecento, nella divisione sociale, politica ed economica delle due comunità.
Un accordo stipulato nel 1572 dichiarava che protestanti e cattolici potevano usare entrambi le stesse chiese e cimiteri. La convivenza tra le due confessioni fu però turbata dal conflitto armato del 1620‐1623, volto ad estirpare il protestantesimo dalla Valtellina e dalla Valposchiavo. L’eccidio dei protestanti poschiavini del 1623 provocò l’esodo di molte persone verso l’Engadina.
Al loro rientro a Poschiavo, intorno al 1630, gli esuli protestanti crearono un proprio cimitero e avviarono la costruzione di una propria chiesa.

Il cimitero venne ampliato, nel 1833, assumendo l’aspetto odierno.

Benché il culto dei morti sia estraneo al pensiero protestante, il cimitero costituisce un luogo dedicato alla memoria. Le scritte sulle oltre cento lapidi ottocentesche ancora conservate raccontano di rapporti, di ideali umani e di ricordi legati al defunto. Incontriamo madri “amorevoli”, e padri distintisi per “rettitudine” e per “generosità”. Le indicazioni relative al luogo di nascita o di morte dei defunti rivelano nomi di città spagnole o polacche che rimandano all’ampio fenomeno dell’emigrazione dei caffettieri e pasticcieri poschiavini in Europa.
Il cimitero, come somma di nomi incisi nella pietra, conserva la memoria di questa “grande famiglia riformata”, una rete di parentele strette e una struttura economica che si estendeva dalla Valposchiavo alle città di mezza Europa.

Personalità sepolte a Poschiavo
Tra le personalità sepolte nel cimitero di Poschiavo, si possono annoverare il prof. Giovanni Luzzi, teologo, traduttore della Bibbia in italiano, saggista, pastore a Poschiavo dal 1923 al 1930 (tomba nell’angolo nord-est del cimitero);
Wolfgang Hildesheimer, scrittore e pittore tedesco di origine ebraica, vissuto a Poschiavo dal 1957 fino alla morte, autore di pièces teatrali, romanzi (“Tynset”, “Masante” e altri) e di una biografia di Mozart (tomba lungo il muro a sud, presso il cancello);
e Georg Leonhardi, teologo e saggista, pastore a Poschiavo (1846-1855) e Brusio (1855-1883), autore di racconti di viaggio (“Das Poschiavino-Thal. Bilder aus der Natur und dem Volksleben”), studioso di cultura popolare e storico (lapide lungo il muro a ovest, presso il cancello d’entrata).

Monumenti antichi cimitero di Poschiavo