Skip to main content

Brusio. Il cedro compie 125 anni

Impossibile attraversare il paese di Brusio senza notare, accanto alla chiesa riformata, lungo la via principale, l’imponente chioma del cedro. Alto alcune decine di metri, ricoprente buona parte del cimitero, protende i suoi rami sopra la strada. Unico albero a godere dello statuto di vegetale protetto in Valposchiavo, il cedro di Brusio se ne sta lì, al suo posto, da ormai 125 anni.

Nel libro dei verbali del Consiglio parrocchiale riformato, alla data 5 aprile 1900, si legge: “Il signor Preside riceve l’incarico di provvedere le cinque previste piante, cioè: una simile al salice piangente, un cedro del Libanone e tre uso cipresso”. Che fine abbiano fatto il salice e i cipressi, non è dato sapere. Per quanto riguarda il cedro “del Libanone”, la curiosa denominazione deriva probabilmente dal termine tedesco “Lebanon”, che indica quello che spesso è definito il “Paese dei Cedri” e che allora venne sbrigativamente tradotto in italiano col nome appunto di “Libanone”.

Ma c’è dell’altro, ed è cosa curiosa: nell’archivio della Chiesa riformata di Brusio è conservata la fattura, emessa dalla “Gärtnerei Otto Froebel” di Zurigo, datata 19 aprile 1900, relativa all’acquisto dell’albero destinato a Brusio.
Innanzitutto, va notato il prezzo: per il cedro, franchi 4 e 50 centesimi. Ma ciò che sorprende è il fatto che da Zurigo non venne spedito un cedro del Libano, come stabilito nella riunione del Consiglio, bensì un cedro atlantico. La fattura di Froebel parla chiaro, si tratta di un “Cedrus atlantica”.
Poco male, si tratta pur sempre di un cedro: non proviene dal Libano, ma dalla catena montuosa nordafricana dell’Atlante, tra Algeria e Marocco.

In questi giorni l’imponente albero dalla chioma inconfondibile raggiunge dunque il ragguardevole traguardo dei 125 anni di età: dopodiché bisogna anche dire che si tratta di un esemplare tutto sommato giovane, visto che può agevolmente superare i cinquecento anni di vita.