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Grigioni. La chiesa cerca pastori e pastore

La Chiesa evangelica riformata nel Grigioni si avvia verso un periodo caratterizzato da carenza di personale. Nei prossimi anni mancheranno infatti pastore e pastori, ma anche diaconi, organisti, sacrestani, persone che si mettono a disposizione per i consigli parrocchiali.
Reagendo a questa situazione, il Gran Consiglio evangelico grigionese, riunito a Coira mercoledì 4 giugno, ha approvato un progetto – dal costo preventivato di 1,75 milioni di franchi, distribuiti sull’arco di sette anni – per la ricerca e la formazione di nuove leve.

Un progetto ambizioso
«Rischiamo di rimanere senza persone che guidino il lavoro delle comunità locali», ha affermato il decano della Chiesa riformata nel Grigioni, pastore Thomas Müller-Weigl.
Il progetto prevede, stando al comunicato stampa emesso dalla Chiesa riformata cantonale, l’assunzione di un professionista della comunicazione e del management che sappia guidare un team incaricato di rafforzare l'immagine della Chiesa come datore di lavoro serio e affidabile, sviluppare nuovi modelli di organizzazione e lavoro per le comunità, intensificare la collaborazione con altre Chiese cantonali nel campo della formazione di pastore e pastori.

Promesse e ostacoli
Il progetto è ambizioso, ma su di esso gravano almeno due incognite. Innanzitutto, esso arriva probabilmente in ritardo: la fase di carenza di personale è già cominciata ed è destinata ad acuirsi nel breve periodo, mentre prima che gli auspicati frutti del progetto maturino passeranno parecchi anni.
In secondo luogo, la concretizzazione del progetto dipende dalla possibilità di trovare una figura in grado di assumerne la direzione: la presidente del consiglio sinodale grigionese, Erika Cahenzli, ha ammesso, a margine della seduta del Granconsiglio evangelico, che anche diversi progetti del Cantone – altrettanto ambiziosi – sono falliti perché non sono state trovate le persone a cui affidarli.

Erika Cahenzli (sin.), Thomas Müller (des.)

Sviluppi contraddittori
Ma l’ombra più cupa si è profilata durante la stessa seduta del Granconsiglio. Subito dopo l’approvazione del progetto di rilancio e promozione, il Consiglio sinodale ha annunciato che a partire dal prossimo anno entrerà in vigore il nuovo calcolo delle percentuali riconosciute alle comunità che compongono la chiesa cantonale. E di questi tempi, il ricalcolo delle percentuali d’impiego corrisponde quasi sempre a una loro riduzione.
A temere ripercussioni negative sono soprattutto le comunità periferiche – ma nel Grigioni, a eccezione dell’area di Coira, tutto è periferia, o considerata tale – che potrebbero ritrovarsi con posti pastorali e altri servizi dalle percentuali diminuite.

Periferie preoccupate
Difficile immaginare come la Chiesa possa invogliare delle persone a entrare al suo servizio se essa non mantiene posti di lavoro interessanti, anche dal punto di vista economico, soprattutto nelle zone periferiche. A meno che, ma questo non lo vogliamo pensare, non si intendano sacrificare le periferie a favore di una presenza riformata che si concentri solo nel Grigioni settentrionale.