Ritratto di Emilie Paravicini-Blumer, Betsy Meyer (ca. 1847), proprietà privata
"Sognava di contribuire, mediante il suo personale lavoro e impegno, alla trasformazione delle condizioni sociali" (Elisabeth Joris)
Promotrice della terapia omeopatica
Figlia del medico Johann Jakob Blumer, di Mollis, nel Canton Glarona, studiò dapprima con la madre, Anna Müller, e poi con una precettrice.
Nel 1825, diciassettenne, dovette sposare il figlio, mentalmente ritardato, di Johann Paravicini, un commerciante di cotone, rimasto vedovo, la cui posizione sociale era stata sconvolta negli anni della Repubblica Elvetica. Emilie accettò il suo destino, ma più tardi riconobbe che quel matrimonio imposto era stato espressione di disprezzo per il suo talento.
Nel 1836, dopo la morte del suocero e del padre di Emilie, i coniugi Paravicini si trasferirono da Glarona a Mollis. Emilie fondò una scuola professionale femminile, lavorò per l’opera di soccorso agli emigrati polacchi e nel 1861, dopo l’incendio di Glarona, coordinò la distribuzione degli aiuti agli abitanti.
Dopo aver acquisito conoscenze mediche già nello studio del padre, si avvicinò all’omeopatia. Fu osteggiata dai medici tradizionali, i quali la accusarono di essere una ciarlatana.
Contro ogni aspettativa, nel 1874 la Landsgemeinde liberalizzò la pratica della professione medica, autorizzando anche la terapia omeopatica che Emilie praticò fino alla sua morte.