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Harriet Beecher Stowe (1811-1896)

Ritratto fotografico di Harriet Beecher Stowe (ca. 1870), Wikipedia

"Non potrà conservarsi libera nessuna nazione in cui la libertà è un privilegio e non un principio" (Harriet Beecher Stowe)

Autrice della “Capanna dello zio Tom”

Nacque a Litchfield, nel Connecticut, settima figlia del pastore Lyman Beecher e di Roxana Foote.

Insegnante e scrittrice, la sua vita cambiò nel 1849, quando uno dei suoi figli morì in un'epidemia di colera. Più tardi disse che quella perdita suscitò in lei una grande empatia nei confronti delle schiave a cui erano stati venduti i figli.

L’introduzione del Fugitive Slave Act, nel 1850, che obbligava le autorità del Nord degli Stati Uniti a restituire gli schiavi fuggiti dagli Stati del Sud, la spinse a scrivere il romanzo “Uncle Tom’s Cabin” (“La capanna dello zio Tom”), che mise in luce i mali della schiavitù.

Il libro uscì nel marzo 1852 e sollevò infinite polemiche nel Sud degli Stati Uniti, dove lo schiavismo era fortemente ancorato. Il libro vendette 300.000 copie negli Stati Uniti nel primo anno.

Spinta da quel successo, Harriet tenne conferenze in molte città degli Stati Uniti e all’estero, parlando del suo libro e donando parte dei suoi guadagni per sostenere la causa antischiavista.

Pubblicò anche un "Appello alle donne degli Stati liberi d'America sulla crisi attuale del nostro Paese", che divenne una sorta di manifesto abolizionista.

Per approfondire:

Wikipedia
Harriet Beecher Stowe

Enciclopedia delle Donne
Harriet Beecher Stowe