Ritratto di Lucretia Mott, Joseph Kyle (1842), National Portrait Gallery, Washington
"Non ho intenzione di sottomettermi docilmente alle ingiustizie inflitte a me e agli schiavi" (Lucretia Mott)
Attivista per l’abolizione della schiavitù
Fu tra le prime attiviste femministe e una sostenitrice dell’abolizione della schiavitù.
Di fede evangelica quacchera, era convinta che davanti a Dio tutti gli esseri umani sono uguali. Nel 1811 sposò James Mott, da cui ebbe sei figli.
Lucretia e il marito entrarono a far parte dell'American Anti-Slavery Society di William Garrison, che incoraggiava la partecipazione delle donne nel movimento antischiavista. Nel 1833 fu tra le fondatrici della Philadelphia Female Anti-Slavery Society.
Nel 1840, a Londra, le fu impedito, in quanto donna, di partecipare alla Convenzione mondiale antischiavista. Questo fatto la portò a contatto con l’attivista per i diritti delle donne Elizabeth Cady Stanton.
Otto anni dopo, Elizabeth e Lucretia organizzarono la Seneca Falls Convention, un raduno in cui venne presentata la “Declaration of sentiments”, che chiedeva di inserire la parola "donna" nel testo della Dichiarazione d'Indipendenza e rivendicava, tra l’altro, il diritto al divorzio e il diritto di voto.
Insieme al marito protestò contro l'approvazione della legge sugli schiavi fuggitivi del 1850 e qualche anno dopo aiutò uno schiavo a fuggire dal suo padrone.