“Siamo gli ultimi cristiani”? L’incontro con il teologo e saggista Brunetto Salvarani, venerdì scorso, presso l’Aula riformata di Poschiavo, è iniziato con questa domanda, posta qualche anno fa dal teologo cattolico Jean-Marie Tillard. Nel corso della serata, il relatore ha sottolineato che non solo siamo in un’epoca di cambiamento, ma stiamo cambiando epoca. Il passaggio è da un’Europa “che non può non definirsi cristiana”, a un’Europa la cui cultura rigetta le proprie radici cristiane. Fatte queste premesse, Brunetto Salvarani - autore di un recente “Senza Chiesa e senza Dio. Presente e futuro dell’Occidente post-cristiano”, pubblicato da Laterza - ha evidenziato come la modernità non coincida affatto con “meno religione”, bensì con una “rivincita di Dio”: non più il Dio delle chiese storiche, però, ma un Dio fondamentalista e un Dio nebuloso della spiritualità diffusa. Oggi le chiese sono chiamate, ha proseguito, a riconoscere questa situazione, a confrontarsi con il crescente pluralismo religioso, ad accettarlo come un dato di fatto, a intervenire nel dibattito pubblico, sociale e politico, senza pretendere di imporre la propria visione delle cose, ma contribuendo alla causa del bene comune.
La copertina del recente saggio di Brunetto Salvarani, pubblicato dall'editore Laterza
Un momento dell'incontro con Brunetto Salvarani, a Poschiavo
Al termine della serata, conversando con il pubblico