Il 25 gennaio 1948 moriva a Poschiavo il teologo evangelico Giovanni Luzzi. Spese una larga parte della sua esistenza per la traduzione e la diffusione della Bibbia, in italiano e in romancio. Luzzi fece dapprima parte di un comitato per la revisione della traduzione biblica di Giovanni Diodati, risalente ai primi del Seicento. Poi fondò una propria casa editrice – la “Amor et Fides” – allo scopo di pubblicare una nuova traduzione della Bibbia, in italiano, a partire dai testi originali.
Durante gli anni trascorsi a Poschiavo collaborò con alcuni colleghi pastori engadinesi alla traduzione della Bibbia in romancio.
Giovanni Luzzi era nato a Tschlin, nella Bassa Engadina, nel 1856. In quell’anno il villaggio fu distrutto da un incendio. La famiglia Luzzi emigrò allora in Toscana. Giovanni crebbe a Lucca, frequentò i corsi di teologia della Facoltà Valdese, all'epoca a Firenze, e concluse la sua formazione presso la facoltà di teologia dell’università di Edimburgo – dove approfondì lo studio dell’ebraico e trovò moglie. Ritornato a Firenze, fu consacrato pastore e si dedicò all’opera sociale nel quartiere di San Frediano, dove aprì una cucina popolare e un dispensario medico.
Nel 1902 fu nominato docente della Facoltà Valdese di Teologia.
Attento agli sviluppi più recenti in campo teologico, introdusse il mondo evangelico italiano al pensiero della teologia liberale che sottolineava i valori etici dell’evangelo, esprimeva grande fiducia nel progresso della storia e inaugurava lo studio della storia delle religioni. Fu proprio il liberalismo teologico a permettergli di entrare in contatto con sacerdoti e teologi cattolici “modernisti” come Ernesto Buonaiuti, don Brizio Casciola, Romolo Murri, Giovanni Semeria e centinaia di laici e religiosi cattolici desiderosi di approfondire la conoscenza delle Scritture.